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Author Francesco Iarlori

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Il mondo delle banche e del credito in generale, a differenza di quanto accade in economie  in espansione quali quelle dei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), tende in Italia ad utilizzare tecnologie ampiamente acquisite e rifiutare tecnologie innovative. Spesso questo lo si addebita alla poca cultura tecnologica dei correntisti e dal modo con cui anche la clientela affluent si avvicina alla banca, principalmente attraverso la filiale.

Ma se tecnologie come carte EMV, meccanismi di OTP su cellulare, piuttosto che Mobile Banking stentano a decollare, la penetrazione del telefonino in Italia difficilmente trova eguali in Europa e non accenna a sostanziali diminuzione nei ritmi di crescita. I numeri attuali indicano che ogni individuo ha almeno un telefono con sè e studi compartimentali sui vari campioni utilizzati indicano che, al contrario, il cliente non  sempre è provvisto della totalità di carte di plastica che ha sottoscritto o acquistato (loyalty o di debito/credito).

In un mondo cosiddetto “Always online” non si possono non considerare i vantaggi che l’utenza ne otterrebbe se si realizzasse l’unione di singole carte all’interno del telefono stesso.

Tecnologicamente l’evoluzione del telefonino verso NFC rappresenta, in pratica, l’inserimento all’interno dello chassis del telefono di un antenna e di uno spazio di memoria dove memorizzare le informazioni sicure (secure element).  Tali elementi, di costo irrilevante all’interno dell’handset, predispongono Il telefono ad un dialogo contactless verso POS, poster intelligenti e TAG RFID.

Questa facile installazione tecnologica ha però due declinazioni: mentre l’antenna ha sicuramente l’alloggiamento all’interno dell’handset, la posizione del secure element è solitamente all’interno del telefono ma gli operatori telefonici preferiscono che tale parte risieda all’interno della SIM; dotare la propria customer base di questa tecnologia coincide infatti con una forma di customer retention (l’utente puo’ cambiare apparato (NFC) come spesso accade, ma probabilmente manterrà la SIM).

Tale approccio, unitamente a sistemi di provisioning di applicazioni su domini virtuali di SIM intelligenti, al momento richiede che le singole manifatturiere (di SIM e di handset)  lavorino alacremente e per il medesimo obiettivo. Lo SWP (Single Wire Protocol), adottato come standard da GSMA, deve essere implementato dal costruttore di SIM e dal costruttore di handset dove comunque risiede il controller radio NFC. La standardizzazione dell’interfaccia SWP è basato sull’utilizzo di un connettore sulla SIM che non sia utilizzato per le applicazioni attualmente dedicate al mondo della telefonia.

Così come nel caso delle diverse applicazioni che “investiranno” il mondo della telefonia nei prossimi anni, anche l’NFC necessità della creazione di un ecosistema tale da sfruttare  le potenzialità dello strumento.  Se per applicazioni di mobile advertising basate su codici bidimensionali come QR code o Datamatrix il dispositivo telefonico necessita solo di avere una fotocamera ed un software, (rendendo facile la dotazione di tali applicazioni per una vasta base di telefonini già attualmente sul mercato), per applicazioni basate su NFC occorre cambiare il telefono e dotarsi di uno dispositivo dotato di antenna NFC.

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